San Martino in Gattara
San Martino in Gattara
Le prime notizie di San Martino “in Gattaria”, emergono dall’archivio capitolare di Faenza e risalgono al 1147. Dal 1291 compare anche la chiesa di San Martino “in Gattaia”, infine, dal 1371 nella Descriptio Romandiole la località è citata come “Castrum” e testimonia l’esistenza, nella collina sovrastante l’abitato, di un castello la cui presenza era già nota fin dal 1216, quando fu occupato dai faentini che lo distrussero. Ricostruito, fu acquistato da Maghinardo Pagani, poi tornò in possesso dei Manfredi, quindi della Repubblica di Venezia, che lo rafforzò, infine rientrò nella giurisdizione dello Stato della Chiesa. Oggi ne rimangono solo poche rovine.
San Martino in Gattara era certamente luogo abitato fin dai tempi più antichi. Nel 1951 lavori agricoli portarono al rinvenimento in un campo di materiale archeologico riferibile ad una necropoli probabilmente celtica, databile dalla metà del VI secolo a.C. alla fine del IV sec. a.C.
Tra il 1963 e il 1972 furono condotte diverse campagne di scavo che portarono al rinvenimento di 57 tombe il cui corredo si rivelò particolarmente ricco comprendendo gioielli, armi, vasellame in bronzo e in ceramica.
Nei pressi della chiesa vennero alla luce in tempi diversi le due parti di una stele funeraria in pietra calcarea appartenente a tre membri della famiglia dei liberti Vocusii (fine I sec. a.C. - inizi I sec. d.C.). Oggi la stele è murata nella seconda cappella della navata destra della chiesa di San Martino in Gattara.