Documenti - La Memoria Storica di Brisighella

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Antiche carte
Documenti, lettere, manifesti, libri, giornali. Per secoli e secoli la storia è stata tramandata su carta ed è su carta che gli studiosi la leggono e la interpretano. A volte basta un solo documento, rintracciato per caso sotto un denso strato di polvere, per spiegare finalmente lo svolgimento di un episodio mai prima chiarito.

L’occupazione francese di Brisighella e la restaurazione (1797-1815)
Un documento eccezionale ritrovato a Faenza in una piccionaia. È la lettera scritta da Giovanni Battista Frontali, magistrato di Brisighella, a Dionigi Strocchi, letterato e politico faentino, in cui gli narra ciò che avvenne a Brisighella in quel ribollente periodo
Al signor Cavalier Dionigi Strocchi, Vice-Prefetto di Faenza.
Giovanni  Battista  Frontali, allorché ebbe compito la sua educazione studiosa e civile nella Città di Faenza si ritirò nella sua Patria Brisighella, ove lontano da ogni domestichezza con i fautori  ed aggiratori, di cui non mancano i piccoli Paesi, attese onoratamente, e senza fini indiretti, agli affari Communitativi, quando n’era incaricato, ed a quelli di sua Famiglia. Questo suo tenor di vita fu in lui costante fino all’epoca della Rivoluzione Francese, epoca nella quale appunto Egli era uno del Magistrato di Brisighella.
I suoi colleghi sopraffatti dalla novità politica non ebbero il coraggio né di presentarsi al Corpo di Truppa che si portò in Brisighella, né di agire per riceverla, Egli solo, col signor Luigi  Lega incontrò i Francesi, li accolse, preparò loro gli alloggi e le Razioni. Disfatto il Magistrato Papale fu creata una Municipalità alla forma del nuovo sistema, ed il Frontali fu uno dei Nominati a quest’impiego, ben difficile in allora e ben pericoloso.
Quivi egli rimase sempre impiegato durante il Governo della Repubblica Cisalpina fino al giorno dell’Invasione Tedesca, anzi fino al giorno della installazione dei Magistrati Austriaci. Nel  momento di Anarchia però tra il  cessare del Governo Repubblicano, e l’incominciare dell’Austriaco Egli si tenne fermo in  posto, facendo sforzi onde frenare i Briganti Brisighellesi armati a strage dei Patriotti, ed opporsi ad un’Orda feroce di Briganti Faentini che si portarono in Brisighella, e posero in contribuzione quello Comune.
Se il Frontali per malvagità e furore di quei tempi non potè smorzare interamente l’incendio, riuscì però a renderlo meno vorace e ruinoso, poiché quelli di Brisighella parte si astennero dalla insurrezione, parte di essi si allontanò dal luogo, dirigendosi altrove, ed i Briganti di Faenza, che avevano imposta la contribuzione a Brisighella di Scudi mille Romani furono, nonostante le più orribili minacce contro la Municipalità, ed il Popolo, riddotti dal Frontali colla mediazione dell’Arciprete locale ad essere contenti di soli Scudi seicento, e con tali mezzi fu così ricomposto l’ordine in Brisighella, ed in appresso ritornati i Francesi fu questo pagamento dichiarato ammissibile, ed approvato nei Conti Comunali dal Governo, il quale dichiarò per una concessione l’atto dei Briganti, ed avendo voluto copia legale del  Confesso del Capo Brigata ordinò contro il medesimo la procedura criminale.
Questa  condotta tenuta dal  Frontali non lo rese certamente degno dei riguardi del Governo Austriaco. Diffatti  quando furono creati i nuovi Magistrati, il Frontali ne fu escluso, e durante tutto quel Interregno Egli non ebbe verun impiego  nelle cose pubbliche. Ma nel reingresso delle Armate Francesi Egli fu immediatamente riposto nell’Ufficio di Municipale, nel quale durò continuamente fino al tempo della nuova organizzazione amministrativa, vale a dire, finché stanco Egli di un servigio sì lungo prestato in così difficili circostanze ottenne dalla Giustizia del Governo il riposo, che replicate volte aveva implorato. Allora il Frontali rientrò nella sua quiete domestica, e si astenne da ogni pubblica cura, a segno tale che potè vedere con indolenza il naufragio di tanti Cittadini Brisighellesi censurati dal Governo, giudicati dai Tribunali, carcerati, condannati, chi per dilapidazione, chi per mala versazione, chi per appropriazione di Fondi pubblici. Nonostante però questa condotta semplice e pura di un cittadino innocuo non è bastata però a fargli godere i frutti di una vita onorata, e fedele verso il Sovrano. Essendo Egli uno dei Consiglieri Communali, venne in mente a quel  Consiglio  Communale di nominarlo nella tripla a Potestà di quel Distretto.  Il Consiglio era composto di 22 Individui, ed il Frontali fu onorato da 22 Suffraggi, motivo per cui fu primo in nomina. Indifferente Egli, anzi per indole inclinato ad evitare la responsabilità de’ pubblici interessi, fu non perciò lusingato nel suo amor proprio dalla testimonianza luminosa di un  Generale Consiglio. Ma chi lo crederebbe? La Prefettura del Rubicone non approvò la nomina del Frontali, ed ordinò la formazione di un’altra Tripla. Il Frontali conobbe ben presto l’importanza di tale esclusione; conobbe, e seppe le cagioni occulte di questa risoluzione Governativa, gli si affacciarono all’animo tutte le funeste conseguenze di quelle calunnie ordite in secreto e fatte tortuosamente penetrare all’orecchio di Superiori dalla malizia ed imbecillità di qualche invidioso, avaro, ed ambizioso, emulo, aspirante alla carica di Podestà. Qual meraviglia se il Frontali colpito da sì crudele ingiuria, e più dall’aver saputo, che era sorvegliato dalla Polizia, riclamò immediatamente ai Superiori? Qual meraviglia se persiste tuttavia a rinnovare per la quarta volta i  suoi riclami avanti alla Superiorità medesima? Già fino dalli 22 (?) Novembre 1811 esibì alla Prefettura la sua prima rimostranza, costituendosi Parte Civile e domandando una

Processura regolare in concorso de’ Calunniatori.
Ma questa rimase senza effetto. Replicò la seconda nei primi di Febbraio P.P. cui fu risposto in voce del Signor Prefetto “È troppo giusto; si tratta d’onore”. Ciò nonostante questa pure ebbe l’esito della prima. Esibì la terza nei primi di Luglio p.p. di cui si è aspettato invano il risultato, ma che però produsse qualche movimento nell’affare, non ignorandosi che la Vice-Prefettura prese informazioni  ed ebbe conferenze col cessato Podestà Liverani, e con Michele Lega, che fu quindi ordinata la consegna di libri spettanti  alla Polizia locale, da’ quali poteva risultare qualche verità, e  che erano  ritenuti  impropriamente e con supposto dolo dal cessato Podestà Liverani, che infine questi ordini della Vice-Prefettura sono stati disprezzati, ed è mancato in tal modo all’imputato Frontali il mezzo per difendere il proprio onore.
Indefesso però il Frontali a domandar giustizia, convinto di doverla  ottenere, e per disposizione di Legge e per volontà del Sovrano, non perde coraggio ad implorarla, anzi l’indugio ad ottenerla lo rende più animoso, e costante a domandarla, esaurendo prima tutti i mezzi più convincenti avanti le Autorità Locali.

E qui sia lecito ad un Uomo di civile educazione, non bisognoso di marcar sussistenze nè dagl’Impieghi, nè dalle cabale, imbevuto di principi liberali, e puro nella  sua coscienza, di esclamare altamente contro una scelerata imputazione, colla quale si tenta di denigrarlo in faccia al Principe, e di nominare francamente col linguaggio di un Uomo offeso e calunniato sì, ma innocente, i supposti, e probabili autori della calunnia. Primo fra questi è Michele Lega, Uomo i di cui requisiti saranno in appresso rammemorati. Costui ha sempre aggirato la debole maliziosa ambizione del fu Podestà Liverani; questi due, con altri pochissimi, ma nascosti aggiratori si proposero o di perpetuare il Liverani nella Podesteria, o di fargli  succedere Michele Lega, onde fu a lui insinuato di denigrare la  condotta politica de’ migliori cittadini di Brisighella per pur fargli escludere dai pubblici Offici.
Il Liverani secondò le manovre del Lega, lusingandosi di prepararsi la continuazione nella Podesteria, ma il Lega, dopo aver discreditato col mezzo del Podestà que’ tali che il Consiglio avrebbe preferiti, incominciò a negoziare la sua inclusione, e la esclusione del Liverani. Ciò è  confermato dalla pubblica voce, e comprovato dal Partito Consigliare, in  cui il Liverani non fu più nominato, ma lo fu il Lega, benché dapprima con soli nove voti. Ma ogni negozio, ogni raggiro, ogni desiderio degli aspiranti riuscirono vani, perché il Consiglio declinando da così  noti soggetti nominò Pasquale Cattani, il quale, tutto che egli  pure fosse stato ingiustamente discreditato, pure riportò l’approvazione del Governo.
L’imputazione però del Frontali resta viva nei suoi effetti, ed i suoi effetti tolgono a questo Cittadino il diritto di suddito attivo. Questa è una vera condanna, da cui Egli riclama, ed animato violentemente contro gli Accusatori, che hanno calpestato il suo onore, e la sua esistenza politica in faccia al Sovrano, domanda, che mandati ai Tribunali gli Accusatori, e che tra l’Accusatore e il Prevenuto sia resa giustizia. La privazione dei diritti di Cittadino Attivo è una pena, che la Legge ed il Governo non comminano senza cognizione di Causa. Chi sono gli Accusatori? Donde risultano le Accuse?
L’Accusatore dicesi, è l’ex-Podestà Liverani, e Michele Lega è suo istigatore e promotore. Le Accuse risultano, si suppone, dal Protocollo Segreto della Polizia riservato al Podestà. Sentasi dunque qual sia il carattere dell’Accusatore, e del promotore, quali i requisiti, per cui possono meritar fede, e sappiasi il mottivo, per cui si è disobbedito alla Vice-Prefettura, rifiutandosi l’ex-Podestà di passare al  suo successore il Protocollo Segreto.
Non sembri soverchia l’animosità del Frontali nel fornir nominalmente i suoi conosciuti Calunniatori. Le armi nude della verità, non sono proibite alla diffesa dell’onore, e della vita. L’ex-Podestà Liverani è un zotico imbecille, la cui goffa ignoranza era assaissimo blandita dall’aura della Podesteria. Questo bastò per farlo diventare un’ (.....) docile e mansueto al freno, ed alla fama di Michele Lega, da cui eragli stata prommessa la durata nell’Impiego. Niuna meraviglia perciò, se l’-ex-Podestà accusa Frontali, se ora si rifiuta dal mostrare i fondamenti dell'accusa.

Il Lega poi presenta un quadro luminoso e Classico della sua condotta  sia Politica, che amministrativa.
Si  rammentano cose pubbliche, e notorie comprovate da pubblici Processi, e perciò incolpevoli  di calunnia, e maldicenza. Ciò che è nella bocca di tutti, non istarà bene in quella di uno, che ha bisogno di diffendersi? Noi indicheremo i tratti principali di questo Quadro. Il Lega nel 1802 fu talmente insubordinato, essendo Municipale, agli ordini Superiori, che rifiutò di consegnare le chiavi di un Locale, mottivo per cui fu carcerato, e traddotto a Forlì. Il  Lega si appropriò gran parte dei Fondi assegnati per il Cordone Sanitario del 1806, truffando il soldo alle Guardie, ed invece di denaro pagando qualcuna di esse con formentone, vino ed a prezzi altissimi. Fu accusato al Ministro dell’Interno, e condannato per Grazia a rifondere la Somma di circa 6 mille Lire. Il Lega fu processato per malaversazione di fondi communitativi dal già Vice-Prefetto Mantegazza.
Le risultanze processuali furono così urgenti, che il Lega fu condannato alla spesa che Egli puntualmente pagò, ben contento di essersene Egli sortito a così buon mercato. Il Lega attualmente sostiene una Lite nella Commune per le Acque, che Egli deriva dal Fonte publico a commodo della sua Casa. Il Lega abusò di queste Acque essendo Podestà il Liverani, il quale consegnava le chiavi del Fonte allo stesso Lega per alterar ne il corso a suo benefizio, il che ha recato grave disordine in affare sì geloso. Il Lega nella tassa del Grano si rifiutò di dare il quantitativo, di cui era stato tassato, dandone ben piccola  porzione, ed il resto lo diede a contratto, sotto nome del di lui Fattore Luigi Bubani, per quel Grano ne ritirò doppio pagamento, per cui in oggi il Comune ne ripete la restituzione in Lire 800, circa da certo Bartolomeo Bettini, che chiamerà in Causa il Lega di cui ha la ricevuta, quali glieli aveva pagati dal ricavato del Pane e Farina per fargli cosa grata, ma il Lega e Bubani avevano in prevenzione ricevuti 142 ....... L.800. Il Comune ha già citato alla Corte il Bettini ed in appresso Esso chiamerà il Lega. Pende tuttavia la lite sull’acqua pubblica. L’altra sulla rifazione della somma estorta e truffata al Comune per il frumento dovrà essere incominciata, come si è detto, in questi  giorni. Ma il Lega per  evitare questo  nuovo processo, per far  sospendere quello dell’acqua, e per vedere pure se può liberare  il  Liverani dalla tradizione del protocollo, si è affrettato a far approvare la sua nomina a Savio del Comune, cosicché  attualmente nella circostanza della infermità del Podestà Cattani potrà con chi ne farà le funzioni impor fine alle pretese del Comune. Ecco dunque il Lega circondato dalla pubblica autorità, ed ecco il Frontali proscritto con  pubblica infamia e dichiarato inconfidente dal Governo.
Quello con ogni genere di mala condotta ha potuto guadagnarsi onore e confidenza. Questi, con una vita  - Lode al Cielo - integra, esatta e disinteressata si è guadagnato disonore e diffidenza. Eppure ove si proceda a tenore delle leggi e delle massime governative, il Lega non è più idoneo ad alcun impiego Pubblico. Ecco l’oracolo di S.E. il G.G. Ministro della Giustizia esternato ufficialmente in proposito di un certo Maccolini che fu socio del Lega  nella procedura criminale delle  malversazioni. Una sentenza che dimette l’imputato dal Giudizio condannandolo nella spesa  di vitto e processo, importa che il medesimo non è riuscito a dimostrare la propria innocenza e resta in qualche modo equivoca la di lui condotta. Se una tal modula di sentenza non inabilita assolutamente a coprire pubblici impieghi, deve però allontanare da quelle Cariche per le quali si richiedano virtù opposte al Delitto imputato al Postulante. Così potrà ad un prevenuto d’omicidio, o ferite in rissa, o che ha riportato una sentenza di natura anzidetta, conferirsi una pubblica azienda, ma sarebbe cosa molto imprudente il conferire un tale impiego a chi è stato processato per malversazione di Fondi Pubblici e non ha riportato una sentenza pienamente assolutoria. Per identità specifica di ragione le suddette massime ministeriali sono applicabili al Lega, perché tacendo gli altri fatti fu implicato, processato e condannato a spese di vitto e processo insieme col Maccolini nella stessa causa .... di malaversazione.
Esaminiamo  ora d’onde risultano le accuse del (al) Frontali; da un libro scritto, da un libro che ora teme la luce, scritto da un Uomo che appena sa scrivere e leggere, da un Uomo che senza l'altrui l’altrui  dettatura era affatto incapace di estendere una sola parola, da un Uomo impegnato a distruggere il Credito  altrui, lusingandosi stoltamente d’innalzare il suo. Che fondamento di accusa è mai questo? Qual nuovo genere di prove incognito persino alle cessate procedure Inquisitorie? Ma si dirà che sono misure di Polizia, delle quali non si
rende ragione. A ciò si risponde che le misure di Polizia possono essere ragionevolmente praticate  allorquando il Governo tratti  di nominare piuttosto l’uno, che l’altro, ad un impiego, ma non mai quando abbiasi ad annullare un atto  pubblico a motivo della  incapacità dei Nominati. Quello  si chiama una privazione del favore del Governo nella scelta, che non importa pubblica vergogna e danno. Questa una  dimminuzione di Capo,  cioè una privazione dei diritti di Cittadino Attivo, che importa infamia e danno perpetuo.
Gli Statuti del Regno prescrivono  i Capi nei quali il suddito perde i diritti di Cittadino Attivo,  ma  questi capi  tratti dalla verificazione dei fatti, e la verificazione dei fatti è all’esame regolare non della Polizia, ma dei Tribunali di Giustizia, ai quali solo spetta ed è attribuita l’autorità di dichiarare il suddito decaduto dai diritti Civici. Altrimenti sarebbe nell’arbitrio di un insensato ambizioso come il Liverani  il far proscrivere il più onesto fra Cittadini, e lo Stato,  giacché i Liverani si trovano per tutto, andrebbe pieno di proscritti, il che è orribile a figurarsi in un Regno le cui Leggi sono basate sulla Giustizia e sul diritto pubblico e privato, a tutela dell’onore, della vita, e dell’interesse dei sudditi. Ma se pur anche questo libro, che  il Liverani guarda così strettamente, comparisse alla Luce, quali  argomenti vogliamo mai credere somministrerebbe al  giudizio imparziale dei Giudici e anche della Polizia medesima? È da prevedersi che in  quel libro vi possa ben essere scritta anche della Polizia medesima? È da prevedersi che in  quel libro vi possa ben essere scritta alcuna calunnia contro il Frontali, ed altri di Brisighella, ma certamente non è da aspettarsi che quivi s’adducano prove, testimoni, rapporti fatti dai terzi. No sicuramente. Ne convincono  in contrario la certezza che nessuno di Brisighella possa deporre contro il  Frontali, e che il  Liverani non abbia saputo scrivervi benché sotto l’altrui dettatura, ignorando egli e i suoi istigatori il modo con cui si rende verosimile un’accusa per servire a prova iniziativa di Processo. Il rifiuto poi di trasmettere questo libro alla Polizia attuale compisce la prova, o della falsità di ciò di cui si è fatto rapporto, o della illegalità di ciò che vi è stato scritto, e  questo solo rifiuto basta a convincere il Liverani di calunnia. Con tutto ciò suppongasi per un momento che il libro comparisca e comparisca scritto  in regola e corredato degli opportuni testimoni. Che perciò? Non vi sarà luogo a discutere sulla qualità dei testimoni? A ripeterli in Giudizio Formale? A convincerli di falsità e subornazione? Credesi forse che il Frontali, impavido sul fondamento della propria  coscienza, potesse atterrirsi  alle deposizioni  esplicate o compre di qualche miserabile o di qualche maligno? Credasi mai che il Frontali tenga in maggior  pregio e valore la fede di alcuno di costoro  che l’onorevole luminosa testimonianza di un Generale Consiglio composto di individui i quali tutti, tranne sei partigiani del Lega, onorarono il Frontali del  loro voto? Alla quale insigne testimonianza s’aggiungasi l’altra dell’attuale ?? di Polizia, ratificata dal Podestà che si rassegna al n.1.
Si conoscerà ben facilmente che finora le prove a favore  del Frontali sono ben superiori a quelle che stanno celate entro un libro di cui non si vuol far mostra, e che il Frontali non  può temere i morsi di qualche malefico genio che abbia voluto entrare in contraddizione col suffragio di un’intera Popolazione rappresentata dai più probi ed illuminati abitanti del Distretto.
Il Frontali adunque, che nella sua condotta politica e morale non è stato mai incolpato di alcuna  mancanza, che ha servito costantemente l’attuale Governo con intenzioni e mani pure, che si è sempre astenuto dal meschiarsi nelle cabale e nelle speculazioni a danno pubblico, che non ha mai nociuto nemmeno ai  suoi  nemici, dovrà ora soffrire indolentemente i tristi effetti di una secreta causa che lo disonora? Egli ne domanda giustizia, perché è persuaso di meritarla, la vuole perché ha diritto di ottenerla, la spera perché sa di vivere sotto un Governo che sa volerla ed accordarla. Ripete  perciò  quanto ha  esposto nelle sue tre precedenti rimostranze e si assoggetta alle condizioni in  esse proposte, lusingandosi che questo suo quarto ricorso sarà per mezzo di questo offizio della VicePrefettura inoltrato al Signor Prefetto del Dipartimento, dal quale attende una finale determinazione.
Che è quanto.

Ricevuta
per una messa
a Fognano
nel 1773

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