La via degli Asini
La via degli Asini
È una strada pubblica, sopraelevata e coperta, unica nel suo genere. Prende luce da finestre a forma di mezzaluna, che ricordano l’imboccatura di un forno. Per questo il quartiere veniva anche denominato “I Forni”. In origine era il cammino di ronda della prima cerchia muraria trecentesca, costruita a difesa del borgo denominato Gesso, quindi era scoperta e forse merlata. Quando nella seconda metà del 1400 il paese si ingrandì e fu necessario un giro di mura più ampio, questo primo baluardo perdette la sua funzione difensiva ma non fu abbattuto, anzi venne inglobato nelle case. La muraglia fu innalzata, per contenere abitazioni a più piani, mentre a livello della piazza si ottennero magazzini, botteghe, cantine, aprendo varchi nel muro e ricavando spazi scavati nel piede gessoso del colle. L’antico camminamento di ronda diventò una via pubblica porticata che permetteva da un lato l’accesso alle retrostanti abitazioni, dall’altro occhieggiava dai finestroni ad arco sulla piazza. Col tempo in questo quartiere vennero ad abitare i carrettieri chiamati “birocciai” perché effettuavano i trasporti mediante carri a due ruote detti “birocce”, trainati da cavalli, muli, asini. Alcune stalle si affacciavano su questa via, da cui deriva l’insolito toponimo “Via degli Asini”.
Nel corso dei secoli questa rocca fu tenuta dai Manfredi fino al 1499 poi passò a Cesare Borgia e nel 1503 alla Repubblica Veneta fino al 1509, quando tornò sotto il diretto controllo dello Stato Pontificio.