Marzeno
Marzeno
“Marcianus” era il toponimo con cui era indicata – se ne trova traccia per la prima volta nell’899 – la località di Marzeno e probabilmente risaliva al tempo del dominio romano. Nel 1098 vi si trovava il “castrum Silve Maҫoris in Tilaveria”, castello che fu distrutto dai faentini. La chiesa di Marzeno, intitolata a Santa Maria Assunta, fu fata costruire nel 1776 e consacrata nel 1771.
Storicamente più importante è la pieve di Santa Maria del “Castro Ciporiano”, ossia quell’edificio religioso che si trovava all’interno delle mura del castello di Ceparano e che fu censito già nel 970 come rilevante comunità monastica con controllo su un consistente numero di chiese, ad integrazione dell’importanza militare del castello.
Ceparano, area compresa nell’attuale territorio di Marzeno, era dunque anticamente il punto nevralgico della zona collinare fra Faenza e Modigliana e i Conti Guidi lo rafforzarono per cercare di conquistare la supremazia assoluta sulla zona ai danni dei Faentini. La reazione di questi portò, poco oltre la metà del 1100, alla distruzione del castello, che successivamente fu più volte riedificato e smantellato, mentre la pieve, per ordine dei faentini fu ricostruita, ma non all’interno delle mura, bensì a distanza dal castello, dove ancora oggi si trova. Nell’occasione cambiò il nome da Santa Maria a San Giorgio. Della rocca di Ceparano restano ruderi di una torre ovale e delle mura, nonché una cisterna. L’area è attualmente oggetto di scavi archeologici.
Un luogo di particolare interesse naturalistico, geologico ed escursionistico nei dintorni di Marzeno è “Le gole del tè”, toponimo di origine imprecisata che identifica una parte del percorso del rio Albonello caratterizzata da suggestive forre e piccoli canyon. La roccia locale, detta “spungone”, è ricca di conchiglie fossili, tra le quali, recentemente è stato trovato un prezioso e intatto fossile di cernia.