La cava Marana
La Cava Marana
Si trova a circa 2 Km dal paese. A prima vista può
assomigliare ad una delle tante grotte carsiche della Vena del Gesso, invece è
artificiale e ha avuto origine dall’attività estrattiva del gesso. Nel 1929 fu
aperta una cava da una società formata da Domenico Malpezzi e da Vincenzo
Liverzani, al quale apparteneva il podere Marana, che sorge interamente sul
gesso. Dapprima era a cielo aperto, come le altre che erano attive attorno al
paese. Dopo la seconda guerra mondiale si cominciò a estrarre in galleria,
sistema un po’ meno economico, ma al riparo dalle intemperie, quindi permetteva
di lavorare anche in condizioni climatiche avverse. I Malpezzi producevano
gesso da muro ed erano rinomati per la scagliola, ottima per stampi da
ceramica. Cuocevano il minerale nella loro fornace in prossimità della Rocca. Quando
i Malpezzi cessarono l’attività alla fine degli anni Sessanta, nella Marana
continuò a estrarre la Società Gessi del Lago d’Iseo che lavorava il minerale nel
suo stabilimento, il Molinone, sulla strada Faenza Firenze, poco distante
dall’Ospedale S. Bernardo di Brisighella. La cava fu definitivamente chiusa nel
1976. Dopo l’abbandono, l’area si è spontaneamente rinaturalizzata e
all’interno di una galleria si è formato un suggestivo laghetto dalle acque
limpidissime. Nel 2013 fu acquisita dal Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola
che la valorizzò con pannelli didattici, attività escursionistiche e di
educazione ambientale, e come splendida ambientazione di concerti e spettacoli.